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rentissime le fattorie commerciali; ed in questo caso la Società, disponendo di un progetto adattabile ad ogni ragione, svilupperebbe di preferenza in una parte le operazioni commerciali, in un’altra quelle agricole; e ciò senza fastidio alcuno, senza andare soggetta a pericolose scosse finanziarie.

Osservo infine che il mio progetto, e per conseguenza anche la Società, essendo generale e non particolare e per una determinata regione, può assorbire i progetti singoli, parziali; ma non potrà mai essere assorbita da alcuno, poichè la Società può aumentare le sue azioni sino a cento milioni.

4. M’intrattenni innanzi, e lungamente, sul grandissimo difetto della sproporzione tra i capitali che s’impiegano e il fine cui si tende; venendo alla conclusione che esso produce immancabilmente la cattiva riuscita di quel progetto che lo racchiude.

Ora mi affretto a dire che il mio progetto non presenta, nè potrebbe presentare, siffatto pericolo; poichè la sopradetta sproporzione gli è del tutto estranea, ed esso, anche per questo aspetto, si può adattare a tutto; sia al grande, sia al piccolo, tanto è, sarei per dire, flessibile, elastico.

L’ideale che informa il mio progetto è grande, è patriottico, poichè io miro ad esonerare l’Italia da due gravissimi tributi; dal tributo di 190 milioni, che essa è costretta pagare ogni anno all’Estero, per fornirsi di