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dati. Ebbene, fino a tanto che egli potette contare sulla fiducia e sullo zelo di alcuni suoi impiegati di Napoli, i quali avrebbero dovuto mantener desta la sua nobile idea, il De Lorenzo credè poter rimanere in Egitto.

Ma, dal momento che si avvide che i suoi impiegati a tutto pensavano e di tutto si curavano fuorchè di mantener desta l’agitazione che tanto gli sta a cuore egli si credette in dovere di abbandonar tutto, lavori, guadagni, agiatezze e venire a Napoli per dedicarsi egli stesso, con uno zelo da apostolo, al trionfo di una causa che deve ricevere il plauso di quanti hanno a cuore l’avvenire della patria nostra.


LETTERE D’ILLUSTRI VIAGGIATORI.


Dispongo per ordine di data le lettere seguenti tranne quella del Conte Borromeo, che sarà in fine, perchè inserisco anche la replica, che io feci, alla gentilissima risposta di lui. Metto innanzi a tutte la lettera dell’ardito Franzoi, poichè egli non scrisse a me direttamente, ma credette più conveniente di far pubblicare la sua risposta nel Roma, giornale di Napoli.

Riporto pure la risposta, che indirizzai direttamente al Franzoi, e che feci anche inserire nel Roma.