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re in Italia, e mi affrettai di ritornare in Egitto per ottenere, arrivando in tempo, dei lavori nelle imprese d’irrigazione, che sono molto proficui.

Viaggiando verso Alessandria incontrai sul vapore la figlia del fu Pompeo Zucchi, il Direttore della prima colonia di Sciotel. Ella, benchè fortemente disgustata e diventata scettica per le angherie e le definitive repulse del Governo, pure mi dette minuta contezza di Sciotel, e carte preziosissime; ed io le promisi una giusta ricompensa, per quanto aveano fatto, il giorno in cui si sarebbe installata in quel territorio la seconda Colonia italiana.

5. Se io lasciai momentaneamente l’Italia fu per le insistenze dei miei amici, i quali mi consigliavano di attendere che si maturassero gli eventi. Non è a credere però che io abbia, anche per poco, abbandonato ogni pratica relativa a Sciotel: poichè, nel partire, lasciai aperto lo ufficio incaricando i miei impiegati di tenermi informato di ogni cosa, e di tenere desta l’opinione pubblica per mezzo di articoli e di opportuni comunicati ai giornali più influenti.

Pregai anche caldamente un mio illustre amico di visitare, di tratto in tratto il mio ufficio, dirigendo l’opera degli impiegati e curando che venisse fatto il mio volere. Ma, per un’ostinata e lunga malattia, egli non potette andare mai all’ufficio; ed i miei impiegati,