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ma, e di confrontarle coscienziosamente coi dati ufficiali, onde meglio, e con più certezza, stabilire l’entità dei fatti, la fondatezza delle rispettive ragioni e dei diritti da me propugnati e addivenire ad una soluzione equa, soddisfacente.

Siamo franchi, espliciti: non si è voluto ascoltarmi, perchè le mie proposte sono contrarie allo indirizzo permanente, inflessibile, della politica estera italiana, politica di astensione e di soggezione. I signori della Consulta non vogliono sentire neanche parlare di ardimenti, d’iniziative; preferiscono, — ed è più comodo, — di essere sempre rimorchiati. Per essi non vi sono diritti, ma doveri. Epperò non havvi da meravigliar se i diritti degl’italiani domiciliati all’estero siano spesso e tanto manomessi, senza che la tutela, consacrata teoricamente nelle patrie leggi, si manifesti con qualche efficacia nella pratica attuazione.

Ringraziandovi sentitamente, egregio signor direttore, della ospitalità concessami, io mi pregio rassegnarmi

Vostro obbl.mo
F. De Lorenzo
Napoli, 21 gennaio 1887.


4. Pubblicata e diffusa largamente la precedente lettera, non mi restava altro da fa-