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rando della sua approvazione. Alla mia preghiera però, di ottenermi un’udienza dal conte di Robilant, il signor Cappelli, con mia somma meraviglia, rispose reputar egli affatto inutile che io parlassi col Ministro non avendo questi ricevuto la mia memoria, ed ignorando, conseguentemente, le mie idee, nonchè le mie proposte. Io replicai, dichiarando formalmente di aver spedito, da Napoli, al Ministro degli affari esteri, non una, ma due lettere raccomandate, manoscritta la prima, l’altra stampata. Non potendo allora contestare un fatto evidente l’onorevole Cappelli si limitò a dirmi, in risposta alle mie reiterate sollecitazioni per ottenere l’udienza dal Ministro, che, del mio affare, era stato incaricato il signor Malvano, direttore generale degli affari politici.

La sera dello stesso giorno, il mio rappresentante in Napoli scrivevami di essergli pervenuta dalla prefettura una lettera al mio indirizzo, con la quale il consigliere Abett m’invitava a recarmi al suo ufficio, avendo egli da farmi alcune comunicazioni.

Recatosi, il dimani, alla Prefettura, il mio rappresentante seppe dal signor Abett aver il Prefetto, conte Sanseverino, ricevuto una lettera dal Ministro Robilant, con la quale gli si commetteva l’incarico di notificarmi che le mie informazioni intorno al territorio di Sciotel erano ritenute inattendibili, che la sollecitata revindicazione era im-