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parte seconda. 29

istrano talchè dimorò senza nullo parente nè amico nel Reame di Francia1. E perciò che li Baroni di Francia videro lui e sua Madre come stranieri senza sopporto fuorché di Dio, essi fecero del Conte di Bologna, che era zio del Re suo padre ultimamente trapassato, il loro capitano, e lo teneano come per loro Signore e Maestro. Onde avvenne che, appresso che il buon Re fu coronato giovincello, per cominciamento di guerra, alcuni dei detti Baroni di Francia richiesero a sua Madre, ch’ella loro volesse donare certa gran quantità di terre nel reame. E per ciò ch’ella nol volle, non appartenendole di diminuire il Reame oltre il volere del figliuol suo ch’era già Re coronato, quei Baroni si assembrarono tutti a Corbello. E mi contò il santo Re ch’egli e sua Madre, i quali erano a Montelery, non ne osarono andare sino a Parigi, tanto che quelli della Villa li vennero cercare in arme in molto gran quantità. E mi disse anche che da Montelery sino a Parigi il cammino era pieno ed allistato di genti d’arme e di popolo, che a Nostro Signore gridavano tutti ad alta voce, che gli donasse vita e vittoria guardandolo e mantenendolo contra tutti i nemici suoi; il che veramente Dio fece in alquanti luoghi e passaggi, come voi udirete qui appresso.

Avvenne che i Baroni di Francia si assembraro a Corbello, e macchinarono intra loro di comune assentimento ch’e’ farebbono si che ’l conte di Brettagna si leverebbe contra il Re. E puosero tra loro per

  1. La non men famosa che bolla Bianca di Castiglia.