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24 la sesta crociata.

tochè scommunicato, e finalmente ha sì ben condotto e menato sua causa, che il nostro Santo Padre il Papa li ha condannati inverso il medesimo Conte. Per che, seguitava dicendo, se dal primo anno io avessi voluto costringere esso Conte a farsi assolvere, avrebbe egli dovuto lasciare a que’ Prelati contro ragione ciò ch’essi gli domandavano oltre suo volere; il che facendo avrei io grandemente misfatto in verso Dio ed in verso il detto Conte di Brettagna. Appresso le quali cose udite per tutti que’ Prelati, loro convenne satisfarsi della buona risposta del Re, sicché non udii più anche che ne fosse parlato o dimandato pel tempo avvenire.

La pace ch’egli fece col Re d’Inghilterra fu contra la volontà di tutto suo Consiglio, il quale dicevagli: — Sire, egli ci sembra che voi facciate un gran male al vostro Reame de la terra che voi donate e lasciate a questo Re, e ben ci sembra ch’egli non ci ha alcun diritto per ciò che suo padre la perdè per appensato giudicamento. — A che rispose il buon Re ch’egli sapeva bene come ’l Re d’Inghilterra non ci avesse nessun diritto, ma, diceva egli, che a buona causa egli bene doveva donargliela, poiché soggiungeva: Noi due abbiamo ciascuno l’una delle due sorelle a donna, donde i nostri figliuoli ne sono cugini germani: egli si conviene dunque che tra noi sia pace ed unione: ed egli anche m’è grato di aver fatto in così la pace col Re d’Inghilterra, per ciò ch’egli è al presente mio uomo ligio, ciò che non era punto davante.