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18 la sesta crociata.

ascoltato, s’agginocchiò innanzi ’l Vescovo, e si tenne di lui molto contento e ben pago.


Capitolo V.

Anche della istessa materia e del governo della sua vita.


Un’altra fiata il santo Re mi contò che ad un’otta in Albigese le genti del paese mossero all’incontra del Conte di Monforte, che allora guardava per lo Re la terra di Albigese, e gli dissono venisse a vedere il Corpo di Nostro Signore, lo quale era divenuto in carne ed in sangue entro le mani del Prete offerente, donde essi erano al tutto meravigliati. Ed il Conte rispuose loro: Andatevi voi altri che ne dubitate, perchè, quanto a me, io credo perfettamente e senza dubbio il Santo Sagramento dello Altare, siccome nostra madre santa Chiesa ne lo testimonia ed insegna; talché io spero, in credendolo così, averne corona in Paradiso più che gli Angioli, i quali creder lo deggiono poiché il vedono a faccia a faccia.

Ancora mi contava il buon santo Re, che una volta avvenne che nel Munistero di Cluny ebbevi grande disputazione di Cherici e di Giudei; e che là si trovò un Cavaliero vecchio ed antico, lo quale richiese finalmente allo Abbate di quel Munistero, ch’elli pure avesse un poco d’udienza e congedo di parlare; il che per Messer lo Abbate, il quale non sospicava a dove volesse uscire, gli fu a gran pena ottriato. E allora il buon Cavaliero si lieva ritto di sopra la gruccia ch’egli portava a sostegno, e dice che gli si faccia venire appresso il più gran Maestro