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16 la sesta crociata.

contò un giorno che uno gran Maestro in Divinità gli era venuto innanzi per parlare e consigliare sè medesimo a lui. Ma che, come e’ fu per dire suo caso, si prese a piagnere molto forte e duramente. Per che il Vescovo cominciò ad ammonirlo dicendo: Maestro, non piangete punto e non vi togliete di conforto, perchè sappiate veramente che nullo non può essere peccatore sì grande che Dio non sia più possente di perdonargli. Ah! disse il maestro, Monsignor lo Vescovo, che io non ne posso altro che piagnere, poiché mi dubito di essere miscredente ad uno punto, e questo è ch’io non posso essere asseverato in cuore del santo Sagramento dello Altare in così come Santa Chiesa lo insegna e comanda a credere; e veggio bene che ciò mi viene di tentazione dello inimico. Maestro, disse allora il Vescovo, or mi dite, quando l’inimico vi invia tale tentazione, e vi dispone per a tale errore, v’è egli in piacere? Rispose il Maestro: certamente non mai, ma al contrario mi dispiace e m’annoia tanto che più non potrebb’essere. Or bene, disse il Vescovo, io vi domando se voi prendereste oro nè argento nè alcuno bene mondano per rinegare di vostra bocca niente che toccasse al Santo Sagramento dello Altare nè ad alcuno de’ Sagramenti della Chiesa? Veramente, rispose il Maestro, siate certo che nulla cosa terrena non è, di che io ne volessi aver preso, e che anzi amerei meglio mi distroncassero tutto vivo a membro a membro, che aver rinegato il minimo dei detti Santi Sagramenti. Adunque il Vescovo gli mostrò per esempio il grande