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12 la sesta crociata.

Maestro Roberto di parole, ed a covrirgli suo onore di tutto suo podere in mostrando la grande umiltà che era in lui e com’egli era pietoso a ciascuno. Appresso queste cose il Re si trasse, ed appellò Monsignor Filippo padre del Re vivente, ed il Re Tebaldo suoi figliuoli1 ed assisosi all’uscio della Cappella, mise la mano a terra e disse ai suddetti figliuoli: Sedetevi qui presso di me ch’uomo non vi vegga. Ah! Sire, dissono quelli, perdonateci, se vi piace, ma egli non ci appartiene di sedere si presso di voi. Ed egli allora, rivolto a me: Siniscalco, sedetevi qui. Ed io tosto il feci così da presso che la mia robba toccava la sua. Ciò fatto, li fece assidere accanto a me, e allora soggiunse: Gran male avete fatto, quando voi che siete miei figliuoli, non avete fatto da prima ciò ch’io vi ho comandato: or guardatevi che giammai egli non vi avvenga. Ed essi risposero, che non più. Ed elli allora mi va a dire che ci aveva appellati per confessarsi di ciò che a torto aveva difeso e mantenuto Maestro Roberto contro di me; ma diss’egli, io lo feci perchè il vidi così isbaìto che aveva assai mestieri di chi ’l soccorresse ed atasse: essere bensì vero che si dee vestire onestamente ad esserne o meglio amato da sua donna, o più pregiato dai minori, ma non così che ’l vestirsi e il portarsi ecceda misura di proprio stato: doversi insomma l’uomo mostrar fuora di tal maniera che vecchiezza non dica: tu troppo

  1. Al Re Santo successe il figliuolo Filippo l’ardito, a questi Filippo il Bello, a cui Luigi il Caparbio. Inquanto a Re Tebaldo di Navarra, esso era genero, non figliuolo di San Luigi, avendone sposato la figliuola Isabella.