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parte prima. 11


Il santo Re fu un giorno di Pentecoste a Corbello accompagnato da ben trecento cavalieri, ove noi eravamo Maestro Roberto da Sorbona ed io. Ed il re appresso desinare si discese alla rinchiostra lasciando la cappella, e andò parlare al Conte di Brettagna, di chi Dio abbia l’anima, padre del Duca che è al presente. E davanti tutti gli altri mi prese il detto Maestro Roberto al mantello, e mi domandò, alla presenza del Re e di tutta la nobile compagnia: Ditemi, per vostro senno, se il Re si sedesse in questo chiostro, e voi andaste sedere in suo banco più alto di lui, sarestene voi a biasmare? Al che io risposi che: sì veramente. Or dunque, riprese egli, siete voi bene a biasmare, quando voi siete più riccamente vestito di mantello che ’l Re nostro Signore. Per che di tratto io gli dissi; Maestro Roberto, Maestro Roberto, io non son mica a biasmare, salvo l’onore del Re e di voi; poi che l’abito ch’io porto, tale che lo vedete, me l’hanno lasciato mio padre e mia madre, e non l’ho io punto fatto fare di mia autorità. Ma il contrario, è di voi, donde siete ben forte a biasimare e riprendere, dacché voi, che siete figliuolo di villano e di villana, avete lasciato l’abito di vostro padre e di vostra madre, e vi siete vestito di più fino cammellino1 che ’l Re non è. Ed allora io presi il panno del suo sorcotto e di quello del Re, e giuntili l’uno presso l’altro, seguitai: or riguardate s’io ho detto il vero. Ed allora il buon Re imprese a difendere

  1. Stoffa fatta di pelo di cammello, e che più grossolana dicevasi cammellotto.