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4 la sesta crociata.

«Scozzese venuto d’Iscozia1 o qualunque altro lontano straniero governasse il popolo del Reame bene e lealmente, che tu ti reggessi sprovvedutamente e a rimprovero.»

Il santo Re amò tanto verità che ai Saracini ed infedeli proprii non volle elli giammai mentire, nè disdirsi di cosa che loro avesse promessa, non ostante ch’e’ fussono suoi nimici, come toccato sarà qui appresso. Di sua bocca fu egli molto sobrio e casto; chè anche in giorno di mia vita, non gli udii divisare od appetire nulla vivanda, nè grande apparecchio di cose deliziose in bere ed in mangiare, come fanno molti ricchi uomini, anzi mangiava e prendeva pazientemente, ciò che gli si apprestava e metteva dinanzi. In sue parole fu egli sì appensato che giammai non gli udii dire malvagia parola d’alcuno, nè anche gli udii nomare il diavolo, tuttocchè tal nome sia bene isparso, ed al presente molto comune per lo mondo, ciò ch’io credo fermamente non essere punto aggradevole a Dio, ma anzi molto spiacente2. Suo vino attemperava per misura, secondo la forza e virtù che avea il vino, e ch’e’ poteva portar acqua. Di che una fiata mi domandò egli in Cipri perchè io non mettea acqua in mio vino. Ed io gli risposi che ciò

  1. Al tempo del buon Re la Scozia, affatto indipendente dall'Inghilterra, era sottoposta alla discendenza de’ suoi antichi Re, e gli Scozzesi si aveano per più rozzi di quello non fossero gli Anglo-Normanni.
  2. Gli antichi Cristiani chiamavanlo il Malo o l’Avversario; Maufez, o il Facimale, gli antichi Francesi; i moderni Diantre per non dire Diable: noi per lo stesso motivo Diacine; Avversiere.