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l | lezione preliminare. |
il dialetto Piccardo che non conosceva queste e radicali, mutava il me sempre in mi da principio, poscia nella forma che gli si fece prediletta moi; forma poi di regime che passò da ultimo a valergli ancora per soggetto, seguendo un andazzo popolare dopo che i temi della avvertita lingua di transizione jo, je, jeu, ju, jou, dovuti solo al latino scritto, scaddero dalla loro esclusiva e privilegiata significazione nominativa.
Quello che si è detto delle distinzioni tra me e mi, poi divenuto moi, si ripeta tra te e ti, poi divenuto toi, ossia che la prima guisa era quella dell’accusativo, e che per lo più s’accompagnava coi verbi che il richiedevano; l’altra era dei regimi indiretti, e che, salvo pochi casi eccezionali, venia sempre accompagnadosi alle preposizioni.
In antico Francese vedemmo che li valeva lui, invalse che li divenisse regime indiretto dei verbi (aferesi del dativo latino illi) e lui regime delle preposizioni; e però Maria di Francia N. Fav. 36. scrisse:
Que de sa keuve li prestat
Se li pleust.
cioè — Che di sua coda gli prestasse se gli piacesse. — E Villarduino: E por reprover lou servise que il li avoient fait, ossia: che gli avevano fatto. E questo li fu puntualmente il nostro gli che ebbe gli stessi servigi; e se pure qualche maestro scrisse. Io dissi lui, Risposi lui, dando ai verbi quello che era delle preposizioni, mostrò ancora come l’usanza si rendea licenziosa, e come, piut-