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270 la sesta crociata.

non imitandolo, saranno mostri col dito, e si dirà di loro: che giammai il buon Sant’Uomo arebbe fatta tale malvagità o villanìa.

Appresso che queste buone novelle furono venute di Roma, il Re donò ed assegnò giornata per levare il Santo Corpo. L’Arcivescovo che fu di Reims, e Messer Errico di Villiere che altresì fu Arcivescovo di Lione lo portarono primi, e più altri Arcivescovi e Vescovi il portarono dappoi, de’ quali io non so i nomi. Appresso ch’e’ fu levato Frate Giovanni di Semuro lo predicò davanti il popolo, e tra gli altri suoi buoni fatti rammentò sovente una cosa ch’io gli avea detto del buon Re: cioè la grande sua lealtà, perchè, com’io ho mentovato davanti, quando egli avea alcuna cosa promessa della sua sola e semplice parola ai Saracini nel viaggio d’oltremare, non ci avea rimedio che non la tenesse loro a qualunque costo, od a perdita qualsivoglia. Predicò similmente il detto Frate Giovanni tutte le parti della sua vita com’elleno per me sono state già scritte. E tantosto che il Sermone fu finito, il Re novello ed i fratelli suoi riportarono il corpo del Re loro padre nella detta Chiesa di San Dionigi con l’aita del loro lignaggio, per onorare così quel corpo che tanto onore apporta loro, ed apporterà per lo avvenire se per essi non farà difetto il proposito di seguitarne i precetti.