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parte seconda. 259

tasse buoni e grandi gaggi. E fece abolire tutte le malvage costume donde il povero popolo era per lo innanzi gravato. E fece ricercare per tutto il paese laddove potesse trovare qualche savio, il quale fosse buon giustiziere e punisse strettamente i malfattori senza avere isguardo al ricco più che al povero; e gli fu ammenato uno, che si nomava Stefano Bevilacqua, al quale egli donò l’officio di Preposto di Parigi. E questi dappoi fece tali meraviglie nel mantenersi in detto officio che ormai più non ci avea ladrone, micidiale nè altro malfattore che osasse dimorare in Parigi, ch’elli tantosto non ne avesse conoscenza, e presolo, nol facesse impendere, o punire a rigor di giustizia secondo la qualità e quantità del mal fatto. E non ci avea favore di parentado nè d’amici, nè oro, nè argento che ne lo avesse potuto mai guarentire così che buona e pronta giustizia non ne fusse fatta. E finalmente nello lasso del tempo, il Reame di Francia si moltiplicò talmente per la dirittura che vi regnava, che i dominii, censi, rendite ed entrate vi crebbero d’anno in anno, sicchè se ne ammendò molto tutto il suddetto Reame.



Capitolo LXVI.

Come fusse largo ed allegro elemosiniere.


Sino dal tempo della sua più giovine età fu egli pietoso dei poveri e dei soffrattosi, e talmente ci si accostumò, che, quanto egli bastò a regnare, ebbe sempre comunalmente centoventi poveri, i quali erano pasciuti ciascun giorno nella sua magione, in