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250 la sesta crociata.


Appresso quella pace cominciò un’altra gran guerra tra il Conte Tebaldo di Bar ed il Conte Errico di Lucemburgo, il quale aveva la sorella di lui a donna. E questi si combatterono l’un l’altro a mano a mano disotto Pigny. Ed il Conte di Bar prese quello di Lucemburgo, ed appresso guadagnò il castello di Ligny che è ad esso Conte di Lucemburgo a cagione della moglie. Per la qual guerra condurre a pace il Re c’inviò Monsignor Perrone il Ciambellano, che era l’uomo del mondo in chi ’l Re credeva il più, e ciò alle sue spese; e tanto ci si travagliò il Re che la pace loro fu fatta. Le genti del suo gran Consiglio lo riprendevano alcuna fiata per ciò ch’egli prendeva così gran pena ad appaciare gli strani, e rappresentavangli ch’e’ facea male quando non li lasciava guerreggiare, perchè egli ne sarebbe più ridottato, e gli appuntamenti si farebbero meglio appresso. A ciò loro rispondeva il Re e diceva: ch’essi bene nol consigliavano, perchè, soggiungeva, se i Principi e i gran Signori che son vicini del mio Reame, vedessero ch’io li lasciassi guerreggiare gli uni agli altri, potrebbono dire tra loro che ’l Re di Francia per sua malizia ed ingratitudine li lascia così consumare, e quindi contrarne odio, e così far giura insieme d’incorrermi sopra; donde io ne potrei soffrir male e danno nel mio Reame, e di vantaggio incontrare l’ira di Dio, il quale dice: benedetto sia colui che s’isforza di mettere unione e concordia tra i discordanti. E bene sappiate che per la bontà che i Borgognoni ed i Lorenesi vedevano nella persona del Re, e per