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244 la sesta crociata.

Messer lo Abbate così lungamente per lo dono dei suoi due cavalli? E il Re da capo mi rispose: che sì certamente. Ed io allora gli dissi ch’io m’era ardito d’indirizzargli tale domanda affinch’egli difendesse alle genti di suo Consiglio giurato, che quand’essi arriverebbero in Francia, non prendessero niente da quelli che avessero per bisogne a venir loro davanti: perchè siate certano, Sire, dissi io, che, se essi prendono, ne ascolteranno più diligentemente e più lungamente i donatori così come voi avete fatto dello Abbate di Cluny. Allora il Re appellò tutto suo Consiglio, e loro contò in ridendo la domanda ch’io gli avea fatta, e la ragione d’essa domanda; ma non meno per ciò gli rispuosono i Consiglieri ch’io gli aveva dato un savio e bontadioso consiglio.

Ora sappiate che a Yeres correan novelle di un Cordigliere molto valente, il quale andava predicando per mezzo il paese, e si appellava Fra Ugo. Perchè il Re s’ismosse nel volerlo vedere ed udir parlare. E il giorno istesso ch’elli arrivò a Yeres noi andammo davanti il suo cammino, e vedemmo che una gran quantità d’uomini e di femmine lo andavano accompagnando e codiavanlo tutti a piè. Quando ci fummo accontati, il Re lo fece predicare, ed il primo Sermone ch’egli fece fu sulle genti di religione ch’e’ cominciò a biasmare, per ciò che nella compagnia del Re ce n’era a gran numero: e diceva ch’essi non erano punto in istato di salvarsi, ove non mentissero le Sante Scritture, il che non poteva esser vero: perchè le Sante Scritture dicono