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232 la sesta crociata.

oltre Saetta, Cesarea e Giaffa, ed avea rafforzata la Città d’Acri di grandi muraglie altresì e di grosse torri. E gli dissero: Sire, noi vediamo ben chiaramente, che la vostra dimora con noi più non ci appartiene, e ch’ella non può durare più oltre, così che ne venga oggimai maggior profitto al Reame di Gerusalemme; per ciò noi vi consigliamo tutti insieme che ve n’andiate in Acri, e là cominciate a far mettere su e ad appuntare il vostro passaggio allo ’ntorno di questa Quaresima, perchè voi possiate ritornare in Francia securamente. E così per tale consiglio il Re si partì da Saetta tranquillo in suo cuore, e se ne venne a Sur, là ove noi avevamo ammenato la Reina e figliuoli; ed all’entrata di Quaresima venimmo in Acri tutti insieme.


Capitolo LIX.

Come col Re femmo vela per ritornare in Francia, e delle malenanze che ci incolsero presso Cipri.


Tutta la Quaresima il Re fece apprestare il naviglio per rivenirne in Francia, donde egli ci avea quattordici che navi che galee: e la vigilia della festa di San Marco appresso Pasqua, il Re e la Reina si raccolsero nella lor nave, e tutto il navile uscendo di stallo cominciò con buono e secondevole vento a prender l’abbrivo sul mare1. E mi disse il Re ch’egli era nato nel proprio giorno di San Marco; ed io gli soggiunsi, ch’elli poteva bandire che se allora c’era nato, ora c’era rinato, poichè in

  1. Aprile 1255.