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parte seconda. 229


Capitolo LVIII.

Come il buon Re, saputo la morte di Madama sua Madre, accogliesse il pensiero di ritornare in Francia.


Tantosto appresso, il Re essendo a Saetta ebbe novelle che Madama sua Madre era morta. Donde elli menò sì gran duolo ch’egli fu per due giorni in sua camera senza ch’uomo potesse parlargli. Ed appresso i due giorni passati, egli m’ inviò cherére per uno dei Valetti di camera, e quando gli fui davanti, gridò e, stendendomi le braccia, cominciò a dire: Ah! Siniscalco, io ho perduto la mia buona Madre! ed io lo interruppi soggiugnendo: Sire, io non me ne isbaisco punto, poiché tutti sappiamo ch’ella, sendo nata, aveva pure una fiata a morire. Ma ben io mi meraviglio del grande ed oltraggioso duolo che voi ne menate, voi, dico, che siete a dritto tenuto tanto savio Principe. E voi ben sapete, seguitai io, che il Saggio dice, come il misagio che il valente uomo ha in suo cuore, non gli deggia apparire al viso, sicché altri il conosca: perchè colui, che lo fa apparire, dona gran gioia a’ nimici suoi, ed agli amici pena e iscorruccio. E così di parole in parole il venni un poco appaciando: ed allora egli fece fare oltre mare molti bei servigi per l’anima della fu buona Dama sua Madre, e similmente inviò in Francia un gran forziere caricato di gioielli e pietre preziose alle Chiese di Francia con lettere missive, nelle quali invitava i prelati ch’e’ volessono pregare a Dio per lui e per la detta Dama sua Madre.

Ben tosto appresso il Re volle dar ordine alle