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parte seconda. 217

me che pare laggiù. Ma egli stette, e si levò davanti gli occhi la sua cotta d’arme tuttavia plorando e dicendo a Nostro Signore ad alta voce: Ah! buon Sire Iddio, te ne priego, fa ch’io mica non veda la tua santa città di Gerusalemme; poichè cosi va ch’io non la posso diliberare dalle mani de’ tuoi nemici! — Questo assempro fu mostrato a Re San Luigi per ciò ch’egli era il più gran Re de’ Cristiani, dicendogli che s’egli faceva il suo pellegrinaggio in Gerusalemme senza liberarla dalle mani dei nimici di Dio, tutti gli altri Re, che verrebbero al detto viaggio, si terrebbero appagati altresì di fare il pellegrinaggio loro senza più, siccome arebbe fatto lo Re di Francia.

Del buon Re Riccardo d’Inghilterra ch’ebbe in nome Cuor di Lione, vi dissi altrove in questo libro, ora vi dirò io del Duca di Borgogna. Sappiate dunque ch’elli fu molto buon Cavaliero di sua mano e molto cavalleresco, ma unqua non fu egli tenuto per saggio nè verso Dio nè verso il mondo. E bene ciò parve ne’ suoi fatti detti davanti: e di lui disse il Gran Re Filippo quando seppe che il Conte Giovanni di Chalons suo genero avea avuto un figliuolo, cui avevano rinominato Ugo; Dio lo voglia fare produomo e probuomo, perchè gran differenza diceva essere intra l’uno e l’altro, e che molti Cavalieri ci avea, così Cristiani come Saracini, i quali erano bensì assai prodi uomini, ma non erano punto uomini probi, poich’essi non temono nè amano Dio alcunamente. E diceva che grande grazia faceva Dio a un Cavaliero quando egli avea questo bene che