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parte seconda. 209

genti quelle che erano male armate per di dietro una valle coverta, e insegnò loro colpissero improvvisi alle spalle l’oste dell’Imperadore: ciò ch’essi effettuaro, e fatto tempestosamente impeto nel carriaggio, si presero ad uccidere donne e fanciulli. Or quando lo Imperadore, che cavalcava molto davanti, udì il clamore dell’oste, si tornò indietro per al soccorso: ma appena ebbe volto il dosso, ecco il Soldano della Cammella, con ciò ch’egli aveva di buone genti d’armi, gittarsi sovra di lui. Per che egli avvenne che da due lati l’Imperadore fu sì duramente ed impensatamente assalito che di ben venticinquemila uomini ch’egli aveva, non gli dimorò uomo nè donna nè piccolo infante che tutti non fussono tagliati e messi alla morte.

Ora voi dovete sapere che lo Imperadore di Persia avanti ch’elli si partisse per andare all’assedio della Cammella, aveva menato il buon Conte di Giaffa Messer Gualtieri di Brienne davanti la sua città, e là lo fece impendere per le braccia alle forche veggenti quelli che erano nel castello di Giaffa, e facea bociar loro che giammai non farebbe dispendere il loro Conte sino a che non gli fusse reso il detto Castello. Ed in così che il povero Conte pendeva, egli gridava ad alta voce alle sue genti che, per nulla cosa ch’essi vedessero fargli, non rendessero mai il Castello, giacchè se ’l facessero lo Imperadore li farebbe tutti mettere a morte. E quando esso Imperadore vide ch’e’ non ci poteva altra cosa fare, inviò ’l Conte Gualtieri al Soldano di Babilonia, e gliene fece un presente, insieme al Maestro