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202 la sesta crociata.

mettere da lor parte ch’essi aiuterebbero agli Almiranti all’incontro del Soldano di Damasco. Ora avvenne che quando il Soldano di Damasco seppe che noi eravamo alleati con quelli d’Egitto, e seppe la giornata ch’era stata presa di trovarsi a Giaffa, inviò egli ben venti mila Turchi per guardare il passaggio. Ma non pertanto non lasciò punto il Re ch’e’ non si movesse per andare a Giaffa. E quando il Conte di Giaffa vide che ’l Re veniva, assortì egli e mise il suo castello in tal punto ch’e’ bene rassomigliava una buona città difendevole, perchè, tra ciascun merlo interposti, ci avea bene cinquecento uomini che su vi parevano con una targa ciascuno ed un pennoncello a sue armi, il che donava una fiera e bellissima vista: perchè le sue armi erano di fino oro a una croce di rosso appastato, e fatte molto riccamente. Noi ci alloggiammo ai campi tutto allo ’ntorno di quel castello di Giaffa, che sedeva lato lato il mare e in una penisola. E fece cominciare il Re a far asserragliare ed edificare un borgo allo ’ntorno del castello sì che il serraglio toccava il mare dai due lati; ed agli operai diceva ’l Re per aggiugnere cuore: Or sù, or sù, ch’ho pur io molte fiate portato la gerla per guadagnare il perdono. Gli Almiranti d’Egitto non osarono venire di paura delle genti che il Soldano di Damasco aveva messo alla guardia de’ lor passaggi, ma ciò non ostante inviarono al Re tutte le teste de’ Cristiani ch’essi avevano appese sulle mura del Cairo siccome il Re gli domandava, ed il Re fecele sepolturare in terra benedetta; e gl’inviarono tutti i fanciulli ch’essi