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198 la sesta crociata.

tavole incavigliate, ed innanzi il dormire, in memoria e rimembranza di coloro ch’ essi aveano interrato, levarono sul tavolato della fossa una gran montagna di pietre e di terra.


Capitolo XXXXVIX.

Delle nuove convenenze ch’io feci col Re appresso la Pasqua venuta, e della Giustizia ch’io vidi fare a Cesarea.


Quando venne il tempo che noi fummo presso di Pasqua, io mi partii da Acri, e andai a vedere il Re a Cesarea ch’e’ facea rimurare ed asserragliare. E quando fui verso lui, lo trovai nella sua camera parlando col Legato ch’era sempre stato seco oltremare. E quando egli mi vide, lasciò il Legato, e venendo verso di me, mi va a dire: Sire di Gionville, egli è ben vero ch’io non vi ho ritenuto che sino a Pasqua vegnente, e ciò pertanto vi prego mi diciate quanto io vi donerò da Pasqua sino a un anno prossimo a venire. Ed io gli risposi che già non era mica venuto di verso lui per tal cosa mercatantare, e che de’ suoi danari non ne voleva io più, purch’egli mi facesse altro mercato ed altra convenzione: cioè ch’elli non si corruccerebbe di cosa ch’io gli domandassi, il che faceva sovente, ed io all’incontro gli prometteva, che di ciò ch’egli mi rifiuterebbe, alla mia volta non mi corruccerei punto. Quando egli ebbe udito la mia domanda, si cominciò a ridere, e mi disse ch’e’ mi teneva a tal convenente e patto. E mi prese allora per la mano, e mi menò davanti il Legato e ’l suo Consiglio, e