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190 la sesta crociata.

di sabbia alla indritta della terra del Prete Janni, e appresso molte rimostranze che quel savio uomo loro ebbe fatte, essi s’accordarono a fare tutto quanto elli vorrebbe, richerendolo che divisasse ciò che buono gli sembrava per venire al fine di ciò che diceva loro. Ed egli allora rispose ch’essi non potrebbono niente fare se non avevano un Re che ne fusse Maestro e Signore, e cui essi obbedissero e credessero a fare ciò ch’egli loro comanderebbe. E la maniera di fare il Re fu tale: che di cinquantadue generazioni ch’essi erano di Tartarini, egli fece che ciascuna di quelle generazioni gli apporterebbe una saetta, la quale sarebbe segnata del segno e nome della sua generazione. E fu accordato per tutto il popolo che così si farebbe, e così fue fatto. Poi le cinquantadue saette furono messe davanti un fanciullo di cinque anni, e della generazione della quale sarebbe la saetta che il fanciullo leverebbe, fu stabilito sarebbe fatto il loro Re. Quando il fanciullo ebbe levato l’una delle cinquantadue saette, che sortì quella della generazione donde era quel savio uomo, questi fece tirare e mettere addietro tutte le altre generazioni. E poi appresso, di quella generazione donde era stata la saetta che il fanciullo aveva levata, fece eleggere, con esso lui, cinquanta due uomini de’ più savii e valenti che fussono in essa. E quando furono così eletti, diede a ciascuno a parte la sua saetta, e la segnò del nome di ciascuno; poi fattone il fascio, ne fece di nuovo levare una a quel fanciullino di cinque anni, statuendo che colui a chi sarebbe la