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lezione preliminare. xxv

Trattato che il Renuardo conobbe, fu anche detto da lui senza metodo, e scritto in termini che mal si potrebbero comprendere senza l’aiuto degli esempii (Gram. compar. Discours prélim. facc. 1, e II); ma con tutto ciò valse, in mano di un intendente quale egli era, a scovrire tutte le norme delle desinenze dei nomi romanzi, ed a Raimondo Vidale che lo dettò, e non ad altri, è perciò dovuta quasi intera la nostra gratitudine. La quale ancora, acciocché gli sia attribuita da tutti con cognizione, e per sempre meglio diffondere una regola che si può dire la fondamentale di questi studii, pubblicherò per la prima volta1 tutto quel tratto di Raimondo che può tornare opportuno al presente bisogno, e lo recherò in nostra lingua, non tanto per servire alla generale intelligenza, quant’anche per non anticiparmi in parte la edizione di tutto il testo, che io spero, permettendolo Iddio, di dar fuori quanto prima corretto degli innumerevoli errori di che è deturpato nel manoscritto2.

  1. Effettivamente nello stesso anno 1843 io pubblicava il testo rammendato del Vidale, e nel titoletto iniziale aggiungeva di pubblicarlo per la prima volta su una copia estratta da un Codice Laurenziano. Questa malaugurata frase per la prima volta eccitava l'ira di M. F. Guessard, il quale aveva tre anni prima dato fuori la Grammatichetta di Raimondo nella allora recente ed a me ignota Collezione intitolata Bibliothèque de l’École des Chartes, togliendola da un Ms. Parigino della Mazzarina. Questi mi accusava di plagio, un Giornale Italiano aggravava le accuse, e così finalmente mi vedeva costretto a dar fuori quella Difesa, che è uscita in Modena in 4 Capitoli nei Tomi III e IV del Giornale intitolato Opuscoli Religiosi, Letterarii e Morali.
  2. L’esatta traduzione di questi tratti del Vidale è da vedersi nella succitata Difesa, di cui il volgarizzamento della nostra Grammatica Limosina forma appunto il 4. Capitolo.