Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/244

180 la sesta crociata.

vuole elli mica mettere sue genti in avventura di periglio, ed in luogo dove non vi saprebbe niente guadagnare. Il Re loro rispose ch’e’ si consiglierebbe, e ch’essi rivenissero sulla sera di verso lui, ed allora ne renderebbe risposta.

Quando si venne al vespro, e ch’elli furono rivenuti davanti il Re, essi trovarono con lui il Maestro del Tempio da una parte, e il Maestro dello Spedale dall’altra. Allora il Re disse loro che di ricapo dicessero il loro caso e il dimando che avean fatto al mattino. Ed essi rispuosono ch’e’ non erano punto consigliati di dirli ancora una fiata, fuorchè davanti quelli stessi ch’erano presenti al mattino. E allora li Maestri del Tempio e dello Spedale loro comandarono fieramente ch’essi li dicessero ancora una fiata. E lo Almirante obbedì ripetendo ciò ch’avea detto al mattino davanti ’l Re tutto così com’è contenuto di sopra. Appresso la qual cosa li Maestri disser loro in saracinesco che venissero al mattino a parlare con essi, e che n’avrebbono tutt’insieme la risposta del Re. Perchè al mattino quando furono davanti li gran Maestri suddetti, questi loro dissero, che molto follemente e troppo arditamente il loro Sire avea mandato al Re di Francia tali cose e tanto dure parole, e che se non era per l’onore del Re, e per ciò ch’elli erano venuti davanti a lui come messaggeri, li farebbono essi tutti annegare e gittar nel cupo del mare d’Acri in dispetto del loro Signore. Perchè vi comandiamo, soggiunsero li Gran Maestri, che voi ve ne ritorniate verso il vostro Signore, e che