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166 la sesta crociata.

vittovaglia che si potrebbe trovare nella cittade, e ch’ella li terrebbe oggimai alle spese del Re. E così le convenne fare, e fece comprare di vittovaglia ciò ch’uomo ne potè trovare, ed in poco di tempo, avanti il suo rilevamento le costò trecensessanta mila lire e più per nodrire quelle genti; e ciò non ostante convenne alla buona Dama levarsi avanti il suo termine, e ch’ella andasse ad attendere nella Città d’Acri, per ciò che bisognava rilasciare Damiata ai Turchi ed ai Saracini.



Capitolo XXXXI.

Qui dice il conto come ’l Re sofferse disagio in nave, e come io ebbi in Acri molte tribolazioni.


Dovete anche sapere che sebbene il Re avesse sofferto molto di male, ancora quand’egli entrò nella sua nave, le genti sue non gli avevano niente apparecchiato, come di robbe, letto, sdraio, nè altro bene o conforto alcuno; ma gli convenne giacere per sei giorni sulle materassa, sino a ciò che fussimo in Acri. E non aveva il Re nullo abbigliamento che due robbe che il Soldano gli avea fatto tagliare, le quali erano di sciamito nero foderate di vajo e di piccol grigio, con bottoni d’oro a fusone. Immentre che noi fummo sovra mare e che andavamo in Acri, io mi sedeva sempre appresso il Re, perciò che era malato. Ed allora mi contò elli come era stato preso, e come avea poscia procacciato la sua redenzione e la nostra per lo aiuto di Dio. E similmente gli venni io contando come era stato