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dannati senza ritorno. Ma tutto ciò non mi servì di niente, ed anzi se ne partì da me, ed unqua più non lo vidi.



Capitolo XXXX.

Di ciò che avvenne in Damiata alla buona Dama Madonna la Reina.


Qui davanti avete udito le grandi persecuzioni e miserie che ’l buon Re San Luigi e tutti noi abbiamo sofferte ed addurate oltre mare. Ora anche sappiate che la Reina, la buona Dama, non ne iscapolò punto senza averne la parte sua, e ben aspra al cuore, siccome udirete qui appresso. Perchè tre giorni avanti ch’ella partorisse, le vennero le amare novelle che ’l Re suo buon barone era preso. Delle quali novelle ella ne fu così turbata in suo corpo, ed a sì grande misagio, che senza posa in suo dormire le sembrava che tutta la camera fusse piena di Saracini venuti per ucciderla, e senza fine gridava: a l’aiuto a l’aiuto, là dove anche non c’era anima. E di grande paura che il frutto ch’ella portava non ne perisse, faceva durare tutta notte un Cavaliero al piede del suo letto senza dormire. Il qual Cavaliero era provato ed antico di ottant’anni e più: ed a ciascuna fiata ch’ella isgridava, ed egli la tenea per mezzo le mani, e le diceva: Madonna la Reina, state, io sono con voi, non aggiate paura. E avanti che la buona Dama, infantando, si dovesse giacere, ella fece vuotar la camera de’ personaggi che vi erano, fuor che di quel vecchio Cavaliere, e quando fu sola con lui, gli si gittò innanzi a ginoc-