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parte seconda. 161

aver lasciato il Conte di Poitieri nella prigione. E non tardò guari che ecco qui Messer Filippo di Monforte, che era dimorato a fare il pagamento, il quale gridò al Re: Sire, Sire, ora attendete vostro fratello il Conte di Poitieri che se ne viene a voi in quell’altra galea. Di che il Re cominciò a dire alle sue genti che colà erano: Or lume, or lume. E tantosto ci ebbe gran gioia tra noi tutti della venuta del fratello del Re: e ci ebbe un povero pescatore che andò dire alla Contessa di Poitieri, ch’esso avea liberato il Conte delle mani de’ Saracini, ed ella gli fece donare venti lire di parisini. Ed allora ciascuno montò in galea e prese il vento.


Capitolo XXXIX.

Qui si fa incidenza per contare alquanti fatti che ci avvennero in Egitto, e che erano stati intralasciati.


Prima di passar oltre non voglio obbliare alcune bisogne che arrivarono in Egitto immentre che noi ci eravamo. E primieramente vi dirò di Monsignore Messer Gualtiero di Castillione, del quale udii parlare ad un Cavaliere che lo avea veduto in una ruga presso Kasel, là ove il Re fu preso; e si diceva ch’elli aveva sua spada tutta nuda in pugno, e quando e’ vedeva li Turchi passare per quella ruga, ed elli correa loro sopra e li cacciava a grandi colpi davanti a lui; perchè avveniva che in questa caccia li Saracini, traendogli così davanti come di dietro, lo covrivano tutto di verrettoni. E mi diceva quel Cavaliere che, quando Messer Gualtiero li aveva così cacciati, ch’elli si disferrava delle verrette che