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98 la sesta crociata.

come il Sire di Castillione pregavalo umilmente che gli donasse a menare la retroguarda. Ciò che il Re gli ottriò molto volentieri, e poi si mise a cammino per ritirarsi ai paviglioni, ed io gli levai di testa il morione e gli diedi il mio cappello di ferro assai più leggieri, affinchè prendesse vento e se ne sciorinasse le tempia. Ed in quella che noi camminavamo insieme, venne a lui il Friere Errico Priore dello Spedale di Ronnay, il quale avea passato la riviera, e gli venne baciar la mano tutto armato, e gli domandò s’e’ sapeva novella alcuna di suo fratello il Conte d’Artese. Ed il Re gli rispose, che sì bene, poiché sapea fermamente ch’elli era in Paradiso. Di che il Priore, credendo riconfortarlo, gli disse: Sire, unqua sì grande onore non avvenne a Re alcuno di Francia come a voi, perchè di gran coraggio voi e tutte vostre genti avete passato a nuoto una maestra riviera per andare a combattere i vostri nemici; e talmente avete fatto che voi li avete cacciati, e guadagnatone il campo con esso quegli ingegni che vi facevano sì mala guerra, e vi diportate tuttavia in loro albergherie ed alloggiamenti. — Ed il buon Re rispose, che Dio fusse adorato del come e del quanto che gli donava, ed in così dicendo cominciaro a cadergliene si grosse lagrime, che molti gran personaggi, i quali videro ciò, furo molto oppressi d’angoscia e di compassione veggendolo così plorare, e tuttavia lodare il nome di Dio del quanto gli faceva sì miseramente indurare. — E quando noi fummo arrivati ai nostri albergamenti vi trovammo gran numero di Saracini