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parte seconda. 95

elli si volgeva verso loro, e loro diceva parole in segno di beffa e di muccerìa. E nella fine di questa battaglia vennero verso noi il Conte Giovanni di Soissone, e Messer Piero di Noille, che l’uomo appellava Quaderno, i quali assai aveano sofferto di colpi quella giornata essendo dimorati alla retroguarda. E quando i Turchi li videro, pensarono ismuoversi e farsi loro davanti, ma quando essi ci ebbero scorti guardando il ponte e colle facce tornate contro di loro, lasciaronli passar oltre dubitando che li saremmo andati soccorrere, in così come al fermo avremmo fatto. Dopo di che io dissi al Conte di Soissone che era mio cugino germano: Sire, io vi prego che voi dimoriate qui a difendere questo ponticello, e voi farete bene; perchè se voi lo lasciate, que’ Turchi che voi là vedete davanti noi se ne faranno via per colpirci, e così il Re dimorerà assalito per didietro e per davanti. Ed egli mi domandò ov’egli dimorasse, se io volessi altresì dimorare con lui: ed io gli risposi che sì molto volontieri. Ed allora, quando il Connestabile udì il nostro accordo, egli mi disse ch’io guardassi bene questo passaggio senza partirmene, e ch’egli ci andava inchieder soccorso. Ed in così ch’io era là sul mio ronzone dimorando al ponticello tra mio cugino il Conte di Soissone a man destra, e Messere di Noille a la sinistra, ecco qui un Turco, che veniva di verso l’esercito del Re, giungere dietro il detto Messer Piero di Noille, e donargli d’una grossa mazza pesante un così gran colpo che lo abbattè steso sul collo del suo cavallo, e poi prese