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parte seconda. 93

taglie colle battaglie del Re sulla grande riviera, e là ci ebbe una molto pietosa disconvenenza. Perchè la più parte di nostre genti, le quali anche erano delle più fievoli, credevano poter passare a salvamento di verso l’oste ove era a guardia il Duca di Borgogna: ma egli non era possibile, perchè i loro cavalli erano cosi lassi e travagliati, ed il calore era sì estremo, che non ne potevano la fatica: ed in discendendo a valle il fiume, noi vedevamo l’acqua tutta covrirsi di picche, lance, scudi, e d’ uomini e cavalli che miseramente vi perivano ed annegavano. Quando noi vedemmo la fortuna e il pietoso stato che correva sulle nostre genti io cominciai a dire al Connestabile, che dimorassimo di qua dal fiume per guardare uno ponticello che era colà presso sul rio; perchè se noi lo lasciamo, io diceva, essi verranno caricare sovra ’l Re per di qua, e se le nostre genti sono assalite per due luoghi, noi potremmo troppo averne del peggio. Ed in così dimorammo noi; e siate certani che ’l buon Re fece quella giornata de’ più gran fatti d’arme che giammai io abbia veduto fare in tutte le battaglie ove io fui anche. E si diceva che se non fusse stata la sua persona, noi saremmo stati tutti perduti e distrutti. Ma ben io credo che la virtù e la possanza ch’egli aveva gli si addoppiò allora di vantaggio per la onnipotenza di Dio, perchè elli si buttava nel mezzo là ove vedeva sue genti in distretta, e donava di mazza e di spada colpi sì grandi ch’elli era meraviglia a vedere. E mi contarono un giorno il Sire di Corcenè, e