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72 la sesta crociata.

il Re, pensando farlo a cautela, cinquecento dei suoi Cavalieri, de’ meglio montati ch’e’ sapesse scerre, dicendo al Re ch’essi eran venuti per soccorrer lui e tutta sua oste, ma ciò era solamente per dilazionare la nostra venuta. Il giorno di San Nicolao il Re comandò che tutti montassero a cavallo, e difese sotto pena di ribellione che nullo di sue genti fusse tanto ardito che toccasse in male a l’uno di que’ Saracini che il Soldano gli avea inviato incontra. Ora avvenne che, quando essi Saracini videro che l’oste del Re fu ismossa a partire, e seppero ch’esso Re avea fatto difendere che nullo non li osasse toccare, imbaldanziro, e se ne vennero di gran coraggio tutti in frotta ai Tempieri, i quali avevano la prima battaglia. E l’uno di questi Turchi donò della propria mazza un sì gran colpo a l’uno de’ Cavalieri della prima battaglia che lo abbattè innanzi il cavallo del fratello di Rinaldo di Bichers che era allora Maliscalco dei Frieri del Tempio. Il che veggendo esso Maliscalco non si rattenne, ma gridò a’ suoi prò Cavalieri: Ora avanti, compagnoni, addosso dalla parte di Dio, chè ciò non si potrebbe soffrire. Ed ecco e’ fiere il suo cavallo degli sproni e si libera correndo sui Saracini, e con esso tutta la valente Compagnia dei Tempieri sale romendo come groppo di vento alla guerra. E ben sappiate che li cavalli de’ Turchi erano ismunti e travagliati, e li nostri tutti riposati e freschi, donde male loro ne arrivò: perchè io ho di poi assai udito dire che de’ Turchi non ne iscapò punto uno tutto solo, che non ne fusse o