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68 la sesta crociata.

trasser sangue del braccio, donde male ne prese; perchè, quando venne la sera, taluno mi pregò che noi l’andassimo vedere per ciò ch’ egli era uomo di gran rinòmo e valenza. Ciò ch’io feci assai volentieri e andammo verso di lui. Ed entrando nel suo paviglione, l’uno de’suoi scudieri ci venne dire allo incontra che noi sostenessimo il piede di paura di risvegliarlo. Ciò che noi femmo, ed appressandoci bellamente il trovammo giacente sul suo covertoio di vaio minuto di cui era tutto inviluppato, perchè allora noi tirammo tutto a cheto verso dove tenea la faccia, ed affiatatolo, il trovammo morto. Di che noi e molti fummo tutto dolenti di aver perduto un così produomo. E quando fu detto al Re, egli rispose, che non ne vorrebbe mica avere alquanti che altresì fussero caparbii e disobbedienti a’ suoi comandamenti come era stato quel Signore d’Autreche, il quale per suo difetto medesimo s’era fatto uccidere.

Ora sappiate che il Soldano donava di ciascuna testa di Cristiano, a chi gliela portava, un bisante d’oro; donde codesti traditori Saracini entravano la notte a furto nell’oste nostra, e là dove trovavano genti che dormiano spartate tagliavan loro la testa: sicché avvenne ch’e’ sorpresono ed uccisero la guaita o scolta del Signore di Corcenay, e ne asportaro la testa e lasciarono il corpo giacente sovra una tavola. E dovete anche sapere ch’essi conoscevano a punto l’andazzo dell’oste nostra, perchè le varie battaglie di nostre genti per compagnie agguatavano, ciascuna la sera sua, tutto