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parte seconda. 63

altrettanto dire di noi come egli disse de’ figliuoli d’Israelìo, quando li ebbe condotti e menati nella Terra di promissione, perchè elli rimproverò loro, dicendo: et pro nihilo habuerunt terram desiderabilem, con ciò che segue. Ed e’ lo diceva perciò ch’essi l’aveano obbliato, ed egli loro avea tanto fatto di bene, poichè li aveva salvati e messi fuora della cattività di Faraone, e donati della Terra promessa: ed altresì potrà egli aver detto di noi, che tosto l’obbliammo come sarà detto qui appresso.

E comincerò nella persona stessa del Re, il quale fece convocare e appellare tutti suoi Baroni, e Prelati ch’erano venuti con lui, e loro domandò consiglio sul che dovea fare dei beni ch’avea trovati nella città di Damiata, e com’essi si doveano dispartire. Un Patriarca, che là era, parlò il primiero e gli disse1: Sire, e’ mi sembra ch’egli è buono che voi riteniate tutto il frumento, orzo, riso ed altri viveri, affinchè la cittade non ne dimori isguernita, e che voi facciate gridar nell’oste che tutti gli altri mobili sieno apportati nella magione del Legato sotto pena di scomunicazione. Al quale consiglio si accordaro tutti li Baroni e gli altri: pel che fu fatto così. E ne furo trovati valere li beni mobili apportati presso il Legato intorno a sei mila lire. E quando tutto fu assembrato nella magione del detto Legato, il Re ed i Baroni inviarono chiedere il buon produomo Messer Giovanni di Valerì. E quand’elli fu venuto, il Re gli disse ciò ch’egli avea fatto, e come gli era stato trovato

  1. Guido di Puglia Patriarca di Gerusalemme.