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52 la sesta crociata.

provvedessi di moneta. Allora fui qualche poco ismarrito in mio coraggio, ma pur mantenni sempre fidanza in Dio. E n’ebbi pro, perchè quando il buon Re San Luigi seppe la mia distretta, si inviò cherendomi, e ritenutomi a lui, mi donò il buon Signore ottocento lire tornesi, di che ringraziai Dio, perch’io avea già più moneta ch’egli non me ne facesse bisogno.


Capitolo VIII.

Dove si parla per inframmessa dei Soldani d’Oltremare.


E a questo luogo, poich’egli sarà occorrenza in seguito di parlare de’ Principi d’oltre mare, sì vi dirò io alcuna cosa di loro stato e possanza, e primieramente del Soldano d’Iconio. Questo Soldano era il più possente Re di Paganìa, e fece fare una cosa molto meravigliosa; perch’egli fe’ fondere una parte di suo oro, e ne fe’ empire de’ gran vaselli alla guisa di quegli orci di terra là ove si mette il vino oltre mare; e poi appresso egli fe’ ispezzare detti vaselli che bene avrebbon tenuto tre o quattro moggia di vino, e lasciò il tutto a scoverto in un suo castello, sicchè ciascuno che vi entrava poteva vedere e toccare le masse dell’oro sovrastare lo infrantume degli orci. E si diceva ch’egli avea ben sei o sette di cotali grandi vaselli d’oro. E di vero la sua molta ricchezza apparve bene in un padiglione che ’l Re d’Armenia inviò al Re di Francia che allora era in Cipri. Il padiglione era stimato valere cinquecento lire, e gli mandò dicendo il Re d’Armenia che l’uno de’ Sergenti del Soldano d’I-