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parte seconda. 47

nostri arnesi in battello sulla Saonna sino a Lione, e nostri cavalli e destrieri ammenavansi a mano costeggiando la riviera. E quando fummo a Lione noi là entrammo nella riviera del Rodano per andare in Arles il Bianco. Ed ho ben sovvenenza che, di lungo la via sovra il Rodano, trovammo uno castello che l’uomo appellava Rocca vischiosa, lo qual castello il Re avea fatto abbattere, per ciò che il Sire di quello, che avea in nome Roggero, tenea malvagio rinòmo di rubare e spogliare tutti li mercadanti e pellegrini che passavano per colà.


Capitolo VI.

Come prendemmo il mare a Marsiglia, e come si navicò sino a Cipri.


Noi entrammo nel mese d’Agosto di quell’anno nella nave alla Roccia di Marsiglia, e quella nave era detta Uscieri, sicché ne fu aperto l’uscio per farvi entrare i nostri cavalli che dovevamo menare oltre mare. E quando tutti furono entrati, l’uscio fu rinchiuso e istoppato e impeciato, così come si vorrebbe fare ad una botte da vino, per ciò che quando la nave è in alto mare, tutto quell’uscio è nell’acqua. E tantosto il Maestro della nave si gridò a sue genti ch’erano al becco della nave1: Vostra bisogna ènne presta, e siam noi al punto? Ed essi rispuosero, che sì veramente. E quando li Preti e Cherci furo entrati, egli li fece tutti montare nel cassero della nave, e li pregò cantassero e lodassero

  1. Al rostro, od a prua.