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parte seconda. 41

Guascogna davanti il castello di Taglieborgo, che è assiso sopra una molto maschia riviera che ha in nome Carenta, sulla quale non avea là presso che uno piccolo ponte di pietra assai stretto per ove si potesse passare. E quando il Re lo seppe, mosse e s’addirizzò verso loro a Taglieborgo. E sì tosto come le nostre genti appercepiro quelle dell’oste nimica che aveano dal loro lato il detto castello di Taglieborgo, incontanente molto perigliosamente si presero a passare gli uni per di sovra il ponte, gli altri per battelli, e cominciaro a correr sovra gli Inghilesi, ed a donare ed a ricevere grandi colpi. Il che veggendo il buon Re, se ne va egli in gran periglio a mettersi per mezzo gli altri. E bene ci avea il periglio molto grande perchè, per un uomo che ’l Re aveva quando e’ fu passato, gl’Inghilesi ne aveano ben cento. Ma ciò non ostante quando essi Inghilesi videro il Re passato si cominciaro ad isbigottire così come Dio volle, e se n’entraro di dentro la città di Saintes. Ed egli avvenne che nella mislea ci ebbe alquanti di nostre genti per mezzo gl’Inghilesi che entraro con essi nella cittade e vi furono presi.

Donde poi ho udito dire ad alcuno di loro che in quella nottolata il Re d’Inghilterra e il Conte della Marca ebbero grande discordia l’uno all’altro nella detta cittade di Saintes, secondo che poterono intendere. E dicea lo Re d’Inghilterra che il Conte della Marca lo avea inviato chiedere dietro promessa ch’e’ troverebbe in Francia grande favore e soccorso; il che non essendo, e facendone