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parte seconda. 37

di Brienne. Ed affinchè sappiate donde vennero li feudi che il Signore di Sciampagna vendette al Re, di cui qui innanzi v’ho fatto menzione, io vi fo assapere che ’l gran Conte Tebaldo, il quale giace a Legny, ebbe tre figliuoli, di cui il primo ebbe in nome Errico, il secondo Tebaldo, e Stefano il terzo. Or quello Errico, che era il primo nato fu dappoi Conte di Sciampagna e di Bria, e fu appellato il Largo Conte Errico, perchè largo ed abbandonato fu egli tanto inverso Dio che inverso il mondo. Inverso Dio fu egli largo ed abbandonato com’egli appare alla Chiesa di Santo Stefano di Troix ed all’altre Chiese ch’elli fondò, ed ai gran doni ch’e’ vi faceva ogni giorno, come assai enne di memoria in tutta Sciampagna. In verso il mondo fu elli largo come bene apparve al fatto d’Artaldo di Nogente, ed in molte altre occasioni che troppo lungo sarebbe il voler raccontare. Ma del fatto del detto Artaldo farò ben io qui menzione. — Quell’Artaldo era il borghese in chi di quel tempo il detto Conte Errico credeva il più; e fu il detto Artaldo sì ricco uomo che di sua moneta fe’ far di levata tutto il castello di Nogente. Ora si avvenne che ’l Conte Errico volle un giorno discendere del suo palazzo di Troix per andare udir messa a Santo Stefano il giorno d’una Pentecoste. Ed a piè delle gradora della Chiesa si trovò a ginocchi un povero Cavaliere, il quale ad alta voce gridò e disse: Sir Conte, io vi richiedo al nome di Dio ch’egli vi piaccia donarmi di che maritare le mie due figliuole che qui vedete, perch’io son diserto e sì non ho di che farlo per me. — E