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bisogno del tuo cuore. Esso ha già in sè bastevole soddisfazione nella pratica della cristiana pietà, perchè tu non debba guastare la sublimità dell’opera tua colla vanità. Certe azioni, parlandone, perdono tutto il merito loro. Gesù ci comanda di fare il bene per se stesso e non per la gloria che da esso possiamo ricavare; e ci dice: non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra.
E diffatti quanto stucchevoli sono in società, in famiglia coloro che non fanno che menar vanto delle loro buone azioni, che proclamano d’essere munifici nel far elemosina, di praticare le opere di misericordia, di pregare, ecc.!
Il Redentore cristiano disse a’ suoi discepoli: Quando volete pregare non fate come gli Scribi ed i Farisei che sulle pubbliche piazze si picchiano il petto ed invocano l’aiuto Divino ad alta voce. Ritiratevi nella vostra camera e raccolti in voi stessi, recitate col cuore, più che col labbro «Padre nostro che sei ne’ cieli, ecc.».
Quando tu trasgredisci qualsiasi tuo dovere, quando tu commetti il male, la tua coscienza ti rimorde. Ascolta questo tuo severo e giusto giudice. È la voce di Dio, che in te favella, com’è scintilla divina quella che ti splende nello sguardo, quando il genio in qualche modo si manifesta; com’è divina ispirazione quella, che, trionfando d’ogni tuo cattivo istinto, ti sprona al bene, ti mantien viva la costanza nell’operarlo. Colla preghiera fervente invoca il divino aiuto, al-