invece fanno bene a tutti!... Che bisogno c’è di terminar questo lavoro? Si può far più tardi, e meglio si lavora quando s’è curata l’igiene, s’è respirato una boccata d’aria». — Quando poi ritornava dal passeggio, la povera mamma doveva sempre con lei discutere durante un’ora, per indurla a mutarsi d’abito ed a rimettere quelli d’uscita con ordine al loro posto. Orsolina per difendere la sua poltroneria cercava di persuadere la mamma che era tempo sprecato, che gli abiti si sciupano più nel levarli e rimetterli che a portarli ecc. Anche la maestra era costretta a lottare continuamente con Orsolina pel suo fare contraddittorio ed ostinato. Allorchè le pesava di studiare una lezione, diceva che non le era utile a nulla, che chiunque l’avrebbe giudicata troppo lunga, di senso oscuro e non adatta alla sua età. Quando la maestra l’avvertiva di qualche suo difetto ella, da abile avvocato cavillatore, difendeva sè stessa e studiavasi 1° di convincerla che per certo non l’aveva; 2° che non intendeva correggersene, perchè in esso trovava il lato buono e quasi quasi aveva l’ardire di sostenere che, anzichè difetto, era quello un pregio da lodarsi; nè per buone ragioni che la maestra le adducesse, non v’era mai caso che l’ostinatella si piegasse a riconoscere il suo torto. Ella però raccoglieva il frutto di questo suo modo d’agire. La madre spesso piangeva per non poter vincere la ostinazione della figliuola, benchè acerbamente la rimpro-