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muoversi; se, recitando una commediola, le offrivano la parte di madre nobile, è certo ch’ella la rifiutava, preferendo quella della prima donna, o se la pregavano di far la prima donna, pretendeva di rappresentar quella dell’ingenua o della servetta. Insomma, se gli altri dicevano di , Orsolina aveva sempre pronto il no, ed al no altrui ella s’ostinava a dir di . È facile comprendere che era di continuo in discordia con qualcuno. Anche colla madre e colle maestre Orsolina si mostrava spesso contraddicente. — Quando la mamma le imponeva di uscire, la sua prima risposta era: — «Oh! che noia! Perchè uscire? Dove si va? A calpestar fango o polvere!... In città, tra la folla ed il pericolo delle carrozze, s’è urtati ad ogni istante; bisogna guardarsi davanti e di dietro!... E poi... vestita così, non esco, no, no, non esco!... L’abito d’estate non è ancora fatto, e questo mi tien troppo caldo! Andare a zonzo per la campagna, senza scopo di passeggiata... con questo sole... è pure un bel gusto»! — Se poi a cagione del tempo o delle circostanze, la mamma diceva: — «Oggi non si esce» — allora bisognava sentire l’Orsola!... S’imbronciava, cercava, con modi virulenti, tutti i cavilli per provare che era una pazzia lo stare in casa. — «Infine poi non siamo ghiri, nè marmotte, nè orsi per seppellirci mesi e mesi nelle tane!... Un po’ di pioggia un po’ di freddo non hanno mai ammazzato alcuno» ella notava. «L’aria libera ed il moto