Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/53


51


hanno sempre punito, persino crudelmente, le fanciulle e le spose, che peccarono contro la pudicizia. Le Vestali ree erano sepolte vive; le sacerdotesse di Diana impudiche arse sul rogo; le adultere lapidate presso gli antichi Ebrei e decapitale presso gli altri popoli. Oggidì più miti si sono fatte le leggi; cionondimeno l'opinione pubblica censura severissimamente la donna non casta, ed il codice del pari la punisce con rigore in certi casi speciali, mentre la pura e riservata spande intorno a sé un sì soave e celestiale profumo, che le ottiene la stima, il rispetto, e, direi quasi, la venerazione universale. Ella è la gioia dei genitori e dei fratelli, l'orgoglio, l'amore del marito, de’ figli; mentre l’invereconda è mostrata a dito, è esclusa o mal accolta dalle distinte società, è disprezzata come il fango che si calpesta, e dopo una breve gioventù di febbrili e vane emozioni, non ha che la prospettiva d’una prematura vecchiaia, tormentata dal rimorso d’una vita infruttuosa e biasimevole, e dalla noia della solitudine; imperocché chi non ha seminato stima ed amore in primavera non li può raccogliere in autunno.

LEZIONE XI.

Esagerazione.

Sono virtù soprammodo commendevoli la riservatezza, l’onestà, la modestia; biasimevole assai è l'esagerazione. In ogni cosa, Mariuccia mia, ci vuole un giusto limite, e chi eccede,