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conoscenza, sono atti che costituiscono la linea di condotta d’un cuor nobile, generoso, magnanimo.

Nella storia di Napoleone I e di Pietro il Grande troviamo molti tratti della loro grandezza d’animo. Napoleone si degnava di trattenersi a conversare famigliarmente co’ suoi semplici soldati e beveva alla bottiglia d’uno di essi dopo di lui. Una notte, passeggiava da solo presso la fortezza e vi trovò una sentinella addormentata. Pensando che fosse stata vinta dal sonno e dalla stanchezza, per le fatiche militari sostenute e non già per indifferenza al dovere o poltroneria, invece di destarla e punirla col rigore della legge, come avrebbe fatto qualunque altro superiore, tolse egli in ispalla il fucile e si pose in sua vece a fare la guardia. Quando il soldato fu desto, non trovandosi più l’arma al fianco balzò in piedi sgomentato, ed allorchè vide ch’essa stava in braccio all’imperatore, che passeggiava com’egli avrebbe dovuto fare, si credette perduto, e, buttatosi in ginocchio ne implorò pietà. Napoleone restituendogli il fucile, si limitò a dirgli: «Procura che ciò non t’avvenga un’altra volta perchè io non potrò sempre venire ad occupar il tuo posto.» Quest’atto di magnanimità e di clemenza commosse il povero soldato, il quale sentì quasi adorazione pel suo sovrano; e da quel giorno in poi espose più volentieri la sua vita per lui, mostrandosi un leone sul campo di battaglia e compiendo con maggiore zelo i doveri del suo stato.