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cismo d’un cane, d’un pappagallo e simili, ella si occupava a fondare istituti pii, visitava i poveri ne’ loro tugurii, li istruiva nei loro doveri, li confortava colla soave sua parola, li provvedeva di lavoro, e soffriva non riuscendo a soddisfare a tutti i loro bisogni materiali e morali.

Quando, ancora in freschissima età, ella morì, tutta Roma la pianse, come madre, come l’angelica benefattrice, come un essere più unico che raro, mandato da Dio sulla terra per dare l’esempio della vera pietà.

Vi sono persone a poca squisitezza educate, che accusando la loro impressionabilità nervosa si fanno quasi un pregio di sentire molte antipatie, che manifestano poi con volti severi, motti sprezzanti ed alti impazienti. Guàrdati carina mia, dall’imitarle! L’antipatia non si deve sentire che pel vizio, mostrando commiserazione per lo stesso vizioso, il quale a volte per colpa altrui, più che non per sua propria, fu trascinato sopra un cattivo sentiero; e forse chi sa quanto ei soffra di non poter trovare da sè la forza d’emendarsi! Vi sono poi altre persone dotate da natura di tale freddezza ed apatia che non sanno comprendere, nè compatire la maggior commovibilità dei temperamenti nervosi e ne deridono o sprezzano il dolore, accusandoli di esagerazione, di sentimentalismo, perchè non sono atti a mostrarsi calmi, indifferenti al par di loro. Esse si rendono, per tal modo, quasi crudeli! Non lutti hanno lo stesso grado di sen-