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gioie, che la compensino del duro presente. Ma ciò va fatto con molta delicatezza, astuzia e disinvoltura e non per certo tutti ne sono capaci. Se poi t’avviene di mancare a qualcuna di queste regole di buona educazione, di commettere qualsiasi sgarbatezza e di recar disturbo e noia a taluno in qualsiasi modo, sii pronta ad accusartene, chiedendone umilmente perdono e mostrandotene spiacentissima.

Per essere più sicura di comportarti in società come il galateo prescrive, figlia mia, prendi l’abitudine di essere sempre gentile, squisita di modi, anche in famiglia, colla mamma, coi fratelli e colle stesse persone di servizio.

Quest’ultime poi, se vuoi essere da loro rispettata, trattale con affabilità, sostituendo sempre al comando la preghiera, affinchè loro non pesi l’adempimento del dovere, ma non concedere giammai soverchia confidenza, nè abbassarti a scherzar con loro volgarmente. Se puoi insegnar loro qualche cosa di buono e di utile, è tuo debito: fallo con bontà; ma senza troppa dimestichezza, affinchè non acquistino il diritto di teco insolentire, come usano con le loro pari. Non prender mai parte ai loro pettegolezzi; non mostrarti curiosa di conoscere i fatti altrui, e se devi rimproverarle, fallo con dignità, senz’alterarti ed avvilirle con epiteti insultanti che irritano e non correggono.