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a lei per la prima volta, se credeva realmente che la principessa N. N. fosse la più bella dama del mondo, il compìto cavaliero, ammirando la cara avvenenza dell’imperatrice, rispose: lo credetti fino a ieri, Maestà.
Queste usanze, questi complimenti, figlia mia; sono l’espressione della squisitezza di sentire, che si desidera in ogni persona ben educata. Chi li pratica per pura formalità, spesso trascende all’affettazione e diventa ridicolo, mentre chi sente veramente con nobiltà, si comporta con disinvoltura e la sua fisionomia, i suoi modi ritraggono la dolcezza, la bontà, la gentilezza d’animo che informa il suo cuore. Per questa medesima cagione esiste l’uso delle visite di congratulazione pei matrimonii, per onorificenze ottenute o per altri lieti eventi; di condoglianza per le morti od altre sventure; d’augurio in prossimità del nuov’anno, di viaggi da intraprendere, di solenni feste e pei lontani delle lettere così dette di complimento.
Ed in molti di questi casi si rivela, non solo la persona educata, ma eziandio quella di cuore. Alle feste, ai pranzi tutti sanno accorrere, perchè v’ha da godere. Gli amici di circostanza e non sinceri, i parassiti non sempre si trovano nel giorno del lutto. Aristippo allorchè seppe che Socrate suo amico era condannato a bevere la cicuta, cessò di vederlo, dicendo: «S’io potessi spezzare i suoi ferri, volerei in suo soccorso; nell’impossibilità d’essergli utile, mi risparmio il
3 Mannucci, Galateo |