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complimento dice il monsignor Della Casa, dev’essere fatto come il sarto fa degli abiti, il quale piuttosto li taglia vantaggiosi che scarsi; ma non però sì che dovendo tagliare una calza ne riesca un sacco od un mantello.

Se poi, desideroso di sentire come tu li esprima, v’ha chi ti preghi di narrare qualche aneddoto, qualche avventura a te nota, fatti uno studio di essere semplice, concisa ed elegante nel tempo stesso, per non impazientare chi t’ascolta, incominciando la narrazione da Adamo ed Eva, affinchè non t’avvenga ciò che accadde a certi deputati di Marsiglia, i quali per far pompa d’erudizione principiarono il loro discorso dalla partenza di Annibale da Cartagine e vennero interrotti da Enrico IV, re di Francia dalla seguente sortita: «Annibale partendo da Cartagine aveva pranzato ed io vado a pranzo adesso».

Se vuoi, per la prima, fare un complimento a qualcheduno, studiati di essere (come già ho accennato per la risposta) breve e di squisita gentilezza, sia per non obbligare per troppo lungo tempo la persona, che tu lodi, ad ascoltarti, sia per non offendere la sua modestia. — Il dire direttamente ed esplicitamente ad una persona, p. es.: «Com’è bella, com’è istruita, com’è ricca!» — sono complimenti che urtano assai più di ciò che piacciano. Indirettamente ed in modo velato, lo può sentire anche una sovrana, senz’adontarsene. Quando l’imperatrice Maria Teresa domandò ad un suo ufficiale, presentatosi