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saputo tacere o si fosse incaricata della parte di conciliatrice, rilevando le buone qualità di entrambe e ripetendo all’una sola il bene detto dall’altra, invece del male?

Plutarco narra che il filosofo Zenone, alfine di non essere forzato dal dolore dei tormenti a palesare alcun segreto, si recise la lingua coi denti e sputolla nel volto al tiranno.

Oh! quanto meglio sarebbe che certe fanciulle pur si mordessero nella lingua, prima di compromettere la pace delle famiglie colle loro imprudenti ed inopportune ciarle.

LEZIONE VI.

Sincerità e prudenza.

Per vivere d’accordo colla nostra coscienza e col nostro prossimo, dobbiamo saper accoppiare, in ogni contingenza della vita, la sincerità alla prudenza; cosa pur troppo non sempre agevole.

Non dir mai, figlia mia, ciò che non è, ma neppure tutto ciò che ti pare che sia, tu devi dire. Vi sono delle verità che è scortesia il manifestare.

Ovidio, classico latino, scrisse che la prudenza non vuole sempre che si dica tutto ciò che si pensa.

Io leggo nell’animo tuo, cara Manetta, come in un libro. Io t’ho insegnato a giudicare, ad amare, io so tutto ciò che tu pensi e senti e con me devi essere, anzitutto schietta, espan-