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trano nel campo altrui per trovar nuova materia di conversazione. Per lo più esse poco amano lo studio ed il lavoro, ed invece di cercare in utili occupazioni, nei buoni libri e nelle serie conversazioni di persone virtuose e dotte l'alimento alla vivace loro fantasia, alla loro intelligenza, all’istintiva loro curiosità, lo mendicano o meglio lo involano nei santuario delle famiglie di loro relazione, per poi diffondere imprudentemente con colori vivaci ciò che hanno udito, fra quanti conoscono. Oh! Mariuccia mia, sta lontana da questo brutto difetto, che fa trascendere alla maldicenza, che da Giovio è paragonata al solletico, al principio del quale si ride e continuandolo si muore.
Quanto male può fare una pettegola colla sua imprudente loquacità, colla sua mormorazione, contraria alla carità, che Iddio da noi desidera!
La sunnominata Zerlina era pur troppo pettegola. Elia sentiva una grande smania di stare alla finestra e sulla porta di casa, per vedere chi entrava da’ suoi vicini e chi ne usciva. Ella poi aveva l’orribile abitudine d’ascoltar agli usci, per udire, senz’essere veduta, ciò che i parenti e gli amici dicevano di lei o di altri, per poi riferirlo e farne un grosso guaio, e di frugare nelle carte altrui, di leggerne di nascosto le lettere per aver la spiegazione di qualche mezza parola sfuggita dal labbro di un imprudente. Interrogava le persone di servizio per sapere che cosa mangiavano i signori A. ed i signori